A Turi l’ostensione solenne del frammento oronziano nell’artistico nuovo reliquiario

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articolo ripreso da portalecce

 Dopo i solenni festeggiamenti di fine agosto anche Turi, come Lecce, conserva la bella tradizione di onorare Sant’Oronzo in autunno.

 

La cittadina barese tornerà dunque a stringersi intorno al patrono il 18 ottobre. Giornata in cui i fedeli turesi ricordano un preciso aspetto della figura del protomartire salentino: quello di essere stato il primo evangelizzatore di Puglia. Infatti, le agiografie oronziane attribuiscono proprio ad Oronzo (ed al suo maestro Giusto) un lungo periplo apostolico volto a diffondere la fede cristiana in diverse contrade della nostra regione. È dunque quanto mai opportuno fare memoria dell’opera di evangelizzazione compiuta dal santo nel corso del mese ormai consacrato alla missionarietà della Chiesa.

Ciononostante, il prossimo 18 ottobre sarà un giorno davvero memorabile per Turi. Come avevamo documentato nelle scorse settimane (LEGGI ARTICOLO), in seguito al patto di amicizia firmato con la città croata di Nin, la comunità turese aveva ricevuto in dono, da parte dell’arcivescovo di Zara, mons. Želimir Puljić, un frammento della sacra reliquia oronziana conservata in Dalmazia. La cosa aveva suscitato un certo interesse anche da parte degli organi d’informazione croati. Così il nome e l’immagine di Sant’Oronzo erano finite sulle testate della stampa e sui siti internet dell’altra sponda dell’Adriatico (LEGGI ARTICOLO).

L’arciprete don Giovanni Amodio ed i suoi collaboratori hanno sempre dichiarato che quell’inatteso dono non è da intendersi come destinato alla sola Turi ma all’intera terra pugliese e dunque a tutte le chiese che venerano ed amano Sant’Oronzo come padre nella fede. Per tal motivo, al fine di onorare al meglio questo piccolo ma preziosissimo tesoro è stata decisa la realizzazione di un artistico reliquiario che sarà protagonista di una solenne ostensione proprio nella giornata del 18 ottobre. Il reliquiario, disegnato da Daniela Angelillo ed intagliato artigianalmente dall’artista Vito Capozza, richiama l’iconografia, dal sapore bizantineggiante, presente sul cofanetto di Nona. Oronzo è dunque raffigurato in posa benedicente, accompagnato dal libro delle sacre scritture e con i tipici paramenti liturgici orientali, tra cui spicca l’ampio omoforio. Il suo busto è però sostenuto da un pastorale latino, posto tra una palma (simbolo tradizionale del martirio) ed un ramo di ulivo (nitido riferimento alla cultura pugliese). Si tratta di una raffigurazione certo alternativa rispetto alle rappresentazioni di marca barocca cui siamo abituati. È giusto tuttavia ricordare come quella di Nona sia ad oggi la più remota iconografia oronziana giunta sino a noi.