‘Proteggerò questa città’. Pubblicato il volume degli Atti del Giubileo oronziano di Turi

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articolo ripreso da portalecce

Proteggerò questa città”, sono le parole che, almeno stando agli antichi racconti locali, Oronzo avrebbe pronunciato benedicendo Turi, al termine del suo soggiorno in quelle contrade che gli avevano offerto rifugio durante il suo esilio.

Parole che rievocano la famosa espressione latina “Semper protexit et protegam” che gli agiografi attribuiscono al santo nel momento del martirio, indirizzandola stavolta a Lecce, città natale del primo vescovo appulo.

Proteggerò questa città” è anche il titolo di un meraviglioso volume curato dall’arciprete don Giovanni Amodio, presidente del sodalizio culturale Giubileo Oronziano, che nelle sue oltre trecento pagine racconta, con tono davvero avvincente, lo straordinario evento di grazia che ha coinvolto Turi in occasione del 1950esimo anniversario del transito del suo patrono. Un volume realizzato a tempo di record, impreziosito da un notevole apparato fotografico e capace di far vivere al lettore, attraverso tredici intensissimi capitoli, l’emozioni, le gioie e soprattutto la profonda bellezza, sperimentata da un’intera comunità, del riscoprirsi insieme figli ed eredi del nostro Sant’Oronzo.

Lo abbiamo scritto più volte su queste pagine ed è bene ribadirlo: l’incredibile scoperta del reliquiario di Nona, protagonista assoluto dei festeggiamenti giubilari turesi dell’agosto 2018, non chiude l’ormai plurisecolare “questione oronziana”. Molto resta ancora da chiarire, da esaminare, da approfondire. Tuttavia, a nostro modesto giudizio, è innegabile come il fatto in sé abbia rappresentato un’autentica svolta negli studi dedicati al protomartire pugliese, provocando il superamento della statica contrapposizione fra “oronzofobi” ed “oronzofili” e l’apertura di un nuovo campo di ricerca sul tema.

Il volume di don Amodio non solo conferma questa nostra tesi ma offre altresì una ricostruzione dettagliata del rinvenimento del reliquiario croato, delle circostanze che resero possibile una sua momentanea traslazione in Puglia nonché di tutte le manifestazioni che hanno trasfigurato il giubileo turese in un happening irripetibile.