si prolunga l’Anno Oronziano del 2018

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articolo ripreso da portalecce
e scritto da Andrea Pino
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Mentre l’arcidiocesi di Lecce ha inaugurato l’anno giubilare in occasione del bimillenario della nascita del santo patrono, anche la comunità sorella di Turi ha festeggiato il martire. Pubblichiamo qui il testo, pronunciato dall’arciprete don Giovanni Amodio e messo gentilmente a disposizione dal dott. Egidio Buccino, della monizione introduttiva del solenne pontificale celebratosi nel giorno della solennità:

 

 

 

“Questo convito eucaristico, in onore di Sant’Oronzo, vescovo e martire, glorioso patrono di Turi, che ci vede così partecipi, vuole anche celebrare e mettere in risalto tre eventi tra passato e presente:

  1. Il cinquantenario di vita di questo magnifico carro trionfale, 4° in ordine di tempo (1851 – 1912 – 1946 – 1971), emblema eloquente della fede in Cristo e devozione nel nostro santo patrono, simbolo inconfondibile della “turesità oronziana”. Era la sera del 25 agosto 1971, quando l’allora vescovo della diocesi di Conversano, sua ecc.za rev.ma mons. Antonio D’Erchia, circondato da sacerdoti, autorità, popolo, benediceva ed inaugurava questa magnifica macchina, che vuol essere, ad un tempo, esaltazione della figura del nostro santo e culmine dei festeggiamenti in suo onore. Esso si innalza verso il cielo come sublime preghiera e porta sulla sua cima la croce, simbolo immortale della nostra salvezza, operata da Cristo Signore, re dei martiri, unico ed eterno mediatore tra Dio Padre e noi tutti. Vogliamo far nostri, adesso, le parole e l’auspicio che l’indimenticato diacono, prof. Matteo Pugliese, all’epoca sindaco di Turi, espresse in proposito: “Simbolo di vita e di vittoria, il carro è essenzialmente per i turesi sprone costante al progresso morale e civile, religioso e civico. Per noi e per i posteri, esso continui ad essere valido insegnamento di vita, sicché ogni generazione possa trarre la propria vita dal passato e possa proiettarla nel futuro”.
  2. “Il Signore, tuo Dio, cammina con te e non ti abbandonerà” (Dt 31,6). Questa promessa biblica introduce il secondo evento. La presenza di Dio tra il suo popolo, che si manifesta anche nella vita e nelle opere dei suoi santi. Dal 2019, la comunità ecclesiale di Turi ha avuto il privilegio di custodire una minuscola particella ossea staccatasi spontaneamente dall’insigne reliquia della fìbula di Sant’Oronzo, che si conserva nella chiesa di Sant’Anselmo a Nin (Croazia), donataci dall’arcivescovo di Zara, sua ecc.za rev.ma mons. ŽelimirPuljić, a conclusione della visita di cortesia, che un gruppo di turesi fece nel settembre di due anni fa. Tale dono -presenza fisica del santo, che è tornato tra noi – vuol essere prezioso retaggio del nostro anno giubilare oronziano, celebrato – come sapete – tre anni or sono, nel 2018, nonché esortazione ad accrescere la nostra fede, a confidare sempre nella divina misericordia, stimolo al continuo dialogo con Dio, attraverso la preghiera, alla condivisione; è eloquente testimonianza d’amore, verso il Signore Gesù, per le presenti e future generazioni. Al termine della messa, vescovo, sacerdoti, diaconi, autorità locali ed ospiti ci recheremo nella chiesa madre per collocare il reliquario contenente il sacro frammento (opera dell’artista turese Daniela Angelillo) nella nuova teca espositiva, – appositamente realizzata, su progetto dell’arch. Angela Rossi – perché, a maggior gloria di Dio, sia venerata da chiunque, turese o pellegrino. Tale rito, evoca gli episodi vetero-testamentari, narrati nei due Libri delle Cronache, riguardo la collocazione dell’Arca dell’Alleanza, prima nella tenda che il re Davide aveva allestito appositamente (1 Cr 15, 3-4. 15-16; 16, 1-2), poi, nel Tempio di re Salomone (2 Cr 6, 6; 1Re 8,6). Il Salmista così commenta le vicende: “Si, il Signore ha scelto Sion, / l’ha voluta per sua residenza: «Questo sarà il luogo del mio riposo per sempre:/ qui risiederò, perché l’ho voluto»” (Sal 131, 13-14).
  3. Terzo evento celebrativo: Mentre noi, quest’oggi, collochiamo solennemente il reliquiario di Sant’Oronzo nella teca espositiva, per singolare e felice coincidenza, contemporaneamente alla nostra celebrazione, l’arcivescovo metropolita di Lecce, sua ecc.za rev.ma mons. Michele Seccia, apre la porta santa della cattedrale di quella città e chiesa sorella,  avviando così il Iubilaeum Orontianum Lyciense, il Giubileo Oronziano Leccese, che durerà un anno, e avrà per tema “Oronzo. Morire d’amore”. Con questo evento, Lecce intende commemorare solennemente il bimillenario della nascita di Publio, poi diventato Oronzo, il nostro santo. Scrive, in proposito, lo storico leccese Carlo Bozzi, nel suo libro “I Santi Oronzo e Giusto, Patroni di Lecce” – Lecce 1672: “Gesù era nato a Betlem da ventidue anni quando a Lecce vide la luce Oronzo da famiglia assai nobile e fra le prime dalla città…”. Ovviamente, non abbiamo nulla che certifichi la data di nascita del santo, né quella del suo martirio, e quello storico sicuramente, non conosceva l’errore di Dionigi il Piccolo, che fissava, in modo sbagliato, la nascita di Gesù all’anno zero: dobbiamo considerarla, quindi, semplicemente come data convenzionale. Ci soccorrono, in questo senso, le parole del santo papa Giovanni Paolo II, al riguardo del grande giubileo dell’anno 2000, rivolte ai signor cardinali, riuniti in concistoro il 13-14 giugno 1994: «…il riferimento a tale data dev’essere preso in senso lato, senza perdersi nella discussione storica circa l’anno esatto della nascita di Gesù… Ciò che è essenziale per il giubileo prossimo è che esso sia celebrato come “un anno di grazia del Signore”(Is. 61, 1)». Tutti noi abbracciamo idealmente la Chiesa sorella di Lecce e ci uniamo alla sua esultanza. Turi ne è fiera, orgogliosa, perché il giubileo leccese costituisce, in certo senso, un continuum dell’anno giubilare oronziano – Turi 2018, durante il quale abbiamo commemorato il 1950° anniversario del martirio del santo. Ringraziamo e benediciamo il Signore per questo ulteriore dono di grazia e per i frutti spirituali, che, sicuramente, produrrà.

Voglia Sant’Oronzo congiungere le suppliche, i desideri, gli aneliti delle nostre Comunità e innalzarle al trono di Dio, come nuvola di incenso soave, affinché la Trinità Beata le accolga ed esaudisca. Maria, Madre di Dio e nostra, regina dei martiri, a noi tanto cara, interceda per tutti. Amen”.

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