La Ricerca storica “Inserzione di Sant’Oronzo nel Martirologio Romano”

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Capita non di rado che i documenti d’archivio permettano di chiarire molti eventi storici nel loro svolgimento e nelle motivazioni da cui sono scaturiti. Questa condizione si può applicare in generale alla documentazione custodita nell’Archivio Storico Diocesano, nella fattispecie, in relazione al culto di S. Oronzo.

Ovviamente non è possibile qui, per motivi di spazio, ricostruire tutte le vicende relative alla devozione del Santo così caro ai leccesi; più limitatamente sarà possibile, attraverso la analisi di un insieme di documenti, ricostruire la geografia del culto tributato al Santo nel terzo quarto del XIX secolo,  partendo dalla Diocesi di Lecce e allargando lo sguardo alle altre diocesi pugliesi comprendendo altresì una rapida puntata extradiocesi. Il materiale che andremo ad analizzare, ovviamente non da un punto di vista tecnico ma con l’idea di estrapolare i dati necessari al lavoro di ricostruzione, sono contenuti nel “Fondo Z” (Busta IV, Fascicolo 6) e hanno come intitolazione “Inserzione di S. Oronzo nel Martirologio Romano”. E un corpus di 17 documenti, datati tra il 21 aprile 1873 e il 19 settembre 1875, costituiti essenzialmente da lettere di Vescovi di diocesi pugliesi e non, delle quali forniremo un compendio dei dati più importanti ai fini  della nostra ricerca. Questo percorso epistolare scaturisce da una richiesta, inviata dall’allora Vescovo di Lecce Mons. Valerio Laspro (1872-1877), alla Sacra Congregazione Ordinaria dei Riti, in data 19 marzo 1873, di inserire nella nuova edizione del Martirologio Romano l’elogio dei Santi Martiri Oronzo e Compagni Patroni principali di Lecce.

La risposta, datata 21 aprile 1873, proveniente dalla Segreteria dei Sacri Riti e firmata da Mons. Domenico Bartolini, sottolinea come sia necessario da parte del Vescovo, affinché la proposta sia presa in considerazione, trasmettere i documenti autentici dei loro atti di Martirio e Culto. Da qui la necessità di reperire siffatte informazioni da parte di Mons. Laspro il quale invia richieste in tal senso a diverse diocesi. La prima ricerca di dati coinvolge ovviamentela Diocesida lui presieduta infatti, in data 5 giugno 1873, scrive ai componenti del Reverendissimo Capitolo allegando la missiva della Sacra Congregazione ed esortando la nomina di una commissione che avrà cura di rinvenire e approntare i documenti richiesti. Approntati i documenti si richiede la stesura di una memoria storica e ragionata da trasmettere in Curia insieme agli altri atti. Si raccomanda la maggior sollecitudine possibile.

La ricerca da i suoi frutti, infatti il 6 agosto successivo Mons. Laspro comunica a Mons. Bartolini, l’avvenuto reperimento dei documenti, provenienti dagli Archivi Vescovili e Capitolare; purtroppo però sono i medesimi documenti già in possesso della Congregazione e discussi in occasione della causa del loro Ufficio e Messa proprii (decreti rispettivamente del 9 giugno 1794 e del 16 marzo 1805). Il Vescovo di Lecce, pur riconoscendo il pieno diritto della Commissione di vagliare scrupolosamente tali argomenti, sottolinea come una sentenza contraria agiterebbe non poco le tranquille coscienze e per questo si augura che nel caso l’esito sia sfavorevole si cerchi di ammortizzarne gli effetti sul popolo che tanto è attaccato alla tradizionale antichissima venerazione dei suoi Patroni.